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Tag Archives: Massimo Barale

La filosofia di Massimo Barale – 12 e 13 gennaio 2017 – programma definitivo

03 Tuesday Jan 2017

Posted by Danilo Manca in convegni, suggerimenti eventi

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Alberto Siani, Alessandra Fussi, Alfredo Ferrarin, Claudio La Rocca, Critica della capacità di giudizio, Critica della Ragion Pura, Danilo Manca, Edoardo Raimondi, Eric Weil, ermeneutica, esistenzialismo, esperienza trascendentale, fenomenologia, Filippo Nobili, filosofie della mente, Gemmo Iocco, Giovanni Zanotti, Guido Frilli, Husserl, Kant, Leonardo Amoroso, Lorenzo Sala, Luca Timponelli, Luigi Filieri, Martina Ferrari, Massimo Barale, metafilosofia, morale, Osvaldo Ottaviani, Paolo Donateo, Paolo Godani, ragione, Sartre, Società italiana di studi kantiani, trascendentale

Di seguito il programma definitivo delle giornate di studi sulla filosofia di Massimo Barale. Non mancate!

 

locandina-barale-2

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La filosofia di Massimo Barale – 12 e 13 gennaio 2017

23 Friday Dec 2016

Posted by Danilo Manca in convegni, Senza categoria, suggerimenti eventi

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Alberto L. Siani, Alessandra Fussi, Alfredo Ferrarin, Claudio La Rocca, Critica della Ragion Pura, Danilo Manca, dialettica, Edoardo Raimondi, Eric Weil, ermeneutica, esperienza trascendentale, Fichte, Filippo Nobili, filosofia come scienza, filosofia della mente, filosofia della religione, filosofia della storia, Gemmo Iocco, Giovanni Zanotti, Guido Frilli, hegel, Husserl, Immanuel Kant, Leonardo Amoroso, Lorenzo Sale, Luca Timponelli, Luigi Filieri, Martina Ferrari, Massimo Barale, metafilosofia, morale, Osvaldo Ottaviani, Paolo Donateo, Paolo Godani, politica, Sartre, teoria della ragione, trascendentale

Cogliendo l’occasione per augurarvi buone feste, annunciamo che Zetesis inaugurerà il 2017 con due giornate di studi su “La filosofia di Massimo Barale”.

Di seguito il programma provvisorio, sperando che possiate partecipare numerosi a un evento che non vuole soltanto ricordare Massimo Barale ma anche approfondire con passione e attenzione il suo pensiero e il suo lascito speculativo.

Giovedì 12 gennaio – Aula Barone
(via Paoli 15, I piano – Dip. di Civiltà e Forme del sapere)

9:00 Saluti

Modera: Prof. Leonardo Amoroso
9:15 – 10:45
Osvaldo Ottaviani, Barale, Kant e gli argomenti trascendentali. Una lettura meta-filosofica della Critica della ragion pura
Lorenzo Sala, Pretese e metodo della filosofia. Barale interprete di Kant

Pausa

11:00-12:30
Luigi Filieri, Territorio del senso e dominio della ragione. Barale e Kant
Alberto Siani, Barale, Kant e lo spirito di Hegel

Pausa pranzo

Modera: Prof.ssa Alessandra Fussi

15:00-16:30
Luca Timponelli, L’interesse della ragione. E. Weil e Barale interpreti di Kant
Edoardo Raimondi, E. Weil e Barale: ermeneutica, morale e politica

Pausa

16:45-18:15
Paolo Donateo, L’interpretazione di Barale della deduzione trascendentale in Fichte fra morale e religione
Guido Frilli, Barale e la dialettica hegeliana: problemi aperti

Venerdì 13 gennaio – Aula Barone

Modera: Prof. Claudio La Rocca

9:30-10:45
Gemmo Iocco, Le avventure del trascendentale: Barale interprete di Husserl
Martina Ferrari, L’abito del fenomenologo e lo sguardo di Medusa. Sulla coscienza trascendentale in Sartre

Pausa

11:00-12:00
Filippo Nobili, La critica di Barale alle “contemporanee filosofie della mente”

Pausa pranzo

Modera: Prof. Alfredo Ferrarin

15:00-16:30
Paolo Godani, La filosofia come esperienza trascendentale
Giovanni Zanotti, Barale e il problema di una filosofia scientifica

Pausa

16:45-17:30
Danilo Manca, Il senso della storia e lo sguardo del filosofo

17:30 Conclusioni

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lectio magistralis: Massimo Barale e la filosofia

21 Tuesday Jun 2016

Posted by Stella Ammaturo in suggerimenti eventi

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Claudio La Rocca, filosofia, lectio magistralis, Massimo Barale, ricordo, Università di Pisa

 

Mercoledì 29 giugno 2016
nell’aula Magna del palazzo Matteucci alle ore 16

il prof. Claudio La Rocca

(Università di Genova)

terrà una lectio magistralis su

Massimo Barale e la filosofia

per ricordare la figura di un maestro, collega e amico così importante per la filosofia, per la nostra università, per tutti noi

logo-seminario-filosofia

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Tavola Rotonda: Immaginazione e Giudizio in Kant – sessione 1

28 Monday Sep 2015

Posted by Danilo Manca in convegni

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Einbildungskraft, Giudizio, immaginazione, Immanuel Kant, intelletto, Lorenzo Sala, Luigi Filieri, Mario Caimi, Massimo Barale, Schematismo, Silvestro Marcucci, Urteilskraft, Verstand, Wolfgang Carl

Inizia questo pomeriggio, alle ore 14.45 presso Aula Magna di Palazzo Matteucci, I piano (Piazza Torricelli, 2), la Tavola Rotonda dedicata a “Immaginazione e Giudizio in Kant”.

L’evento è organizzato dalla Società Italiana di Studi Kantiani e da Zetesis, con il contributo del Dottorato in Filosofia di Pisa-Firenze e la collaborazione del Dipartimento in Filologia, Letteratura e Linguistica.

Il coordinamento dell’evento è affidato a Luigi Filieri e Lorenzo Sala. La supervisione è del Prof. Ferrarin e del Prof. La Rocca (Presidente della Società Italiani di Studi Kantiani).

In apertura dell’incontro si coglierà l’occasione anche per ricordare due esponenti della scuola kantiana pisana: Il Prof. Silvestro Marcucci, di cui ricorre il decennale della scomparsa e il Prof. Massimo Barale che è venuto a mancare pochi giorni fa.

La struttura dell’incontro sarà la seguente: a turno due docenti si concentreranno su una porzione di testo di un’opera kantiana provando a interpretarla e problematizzarla; interverrà poi un discussant che cercherà di aprire il dibattito, infine sarà lasciata la parola al pubblico.

La prima sessione dell’evento è dedicata a “Deduzione A e Schematismo”.

Il primo a intervenire sarà il Prof. Wolfgang Carl, docente emerito dell’Università di Göttingen. Il suo intervento si focalizzerà sulla spiegazione dell’intelletto nella deduzione A della Critica della Ragion Pura.

Il Prof. Carl è autore di diversi scritti su Kant, Frege, Wittgenstein. In particolare ricordiamo Kants Deduktion der reinen Verstandesbegriffe in der ersten Auflage der Kritik der reinen Vernunft (Frankfurt 1992) e il suo ultimo libro dedicato a The First Person Point of View (De Gruyter 2015).

Discussant del Prof. Carl sarà Lorenzo Sala.

Seguirà l’intervento del Prof. Mario Caimi (Universidad de Buenos Aires), vincitore del Kant Preis nel 2010, durante il Kant Kongress qui tenutosi. Il suo intervento sarà dedicato alle stranezze della Deduzione A.

Il Prof. Caimi è autore di numerosi saggi, in diverse lingue, su Kant, di cui è anche traduttore. Alcuni titoli: Kant’s B Deduction (Cambridge 2014); Der Gegenstand, der Nach der Lehre vom Schematismus unter die Kategorien zu subsumieren ist, in: Kant und die Philosophie in weltbürgerlicher Absicht. Akten des XI Internationalen Kant-Kongresses 2010 (de Gruyter 2013); “Comments on the conception of Imagination in the Critique of Pure Reason ” in: Akten des X. Internationalen Kant-Kongresses (de Gruyter, 2008); La metafisica de Kant (Buenos Aires 1989).

Discussant del Prof. Caimi sarà Luigi Filieri.

 

 

 

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Ricordando Massimo Barale – III parte

27 Sunday Sep 2015

Posted by Danilo Manca in Senza categoria

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Carla Sala, Danilo Manca, Federico Orsini, Massimo Barale

Tre giorni fa purtroppo è venuto a mancare Massimo BARALE, docente emerito di Filosofia Teoretica presso l’Università di Pisa. In qualche modo il Prof. Barale ha ispirato la nascita del nostro gruppo di ricerca, sin da quando nell’a.a. 2010/2011 accolse all’interno del proprio corso il seminario di lettura hegeliane nato un anno prima per iniziativa di una manciata di studenti. In quel contesto sono nate molte amicizie, anche qualche amore, che poi hanno formato l’ossatura del nostro gruppo di ricerca.

Vogliamo rendergli omaggio raccogliendo su questo sito i ricordi di coloro che sono stati suoi studenti. Chiunque voglia può inviare il suo personale ricordo all’indirizzo email zetesis@unipi.it.

Di seguito i ricordi di Danilo Manca, Federico Orsini e Carla Sala:

Il ricordo di Danilo Manca

Sono stato uno degli ultimi allievi di Massimo Barale. Formalmente lui è stato il correlatore della mia tesi specialistica. Di fatto per me è stato come un nonno. Dico nonno e non padre per delle ragioni specifiche: i padri ti fanno crescere, t’insegnano cos’è la vita, a volte prendendoti per mano, altre volte mettendoti in discussione; i nonni, invece, spesso ti coccolano, e Massimo Barale mi ha coccolato tanto: ha dato tanta fiducia a un progetto che io desideravo intraprendere con tutto il cuore e tutta la mente, ma in cui temevo di imbarcarmi. Lui, prima di chiunque altro, mi ha spronato a tentare quel confronto tra Hegel e Husserl che tutt’oggi aspetta ancora di essere realizzato adeguatamente. In alcuni casi, i nonni ti ammoniscono, ti segnalano le insidie, e lui ha fatto anche questo: Massimo Barale mi ha iniziato al mondo accademico, mi ha fatto vedere limiti e potenzialità. Voglio ricordare tre date che mi legano a lui.

La prima è il 29 settembre 2009, giorno della discussione della mia tesi di laurea triennale su “Husserl e l’a priori della storia”. Con Massimo Barale avevo iniziato a studiare Husserl un anno e mezzo prima, quando avevo seguito il suo corso su Crisi delle scienze europee. Poi avevo scelto come relatore il Prof. Ferrarin, e con Barale non avevo più avuto contatti. Appena seppi che sarebbe stato il presidente della mia commissione di laurea, un po’ temevo il suo giudizio. Mentre parlavo, Massimo Barale sembrava ascoltarmi compiaciuto, occhiali bassi, sguardo in alto, sorriso disegnato sul volto. Quando tutto finì, mio padre si avvicinò a lui per salutarlo: “Professore, lei mi ricorda Danilo Dolci!”, e lui: “eh, ho avuto anche delle frequentazioni con lui in passato”. Io stavo morendo d’imbarazzo. Ma Danilo Dolci è il poeta per cui ho questo nome. Io sono un’eccezione nel mio Sud. Non ho il nome di mio nonno, ma forse mio padre dando quel nome a Massimo Barale mi aveva presentato mio nonno. Andai a ricevimento da lui tempo dopo, gli chiesi se si ricordava di me, e lui mi rispose: “Quel pizzetto non si può dimenticare”, alludendo a una certa somiglianza con il pizzetto di Husserl. Da quel giorno abbiamo iniziato a parlare di Husserl, Kant, Hegel, Sartre e Heidegger.

L’altra data è il 21 settembre 2012, giorno della discussione della mia tesi di laurea specialistica. Circa un’ora prima della discussione Massimo Barale mi chiamò al cellulare, disse che stava andando a comprare il latte, ma nel frattempo voleva “accennarmi” quello che avrebbe detto in sede di laurea. Mi tenne al telefono per 15 minuti. E poi ricordo i fogli svolazzanti, scritti con penne di diversi colori, che cacciava dall’invisibile cilindro del suo acume filosofico e che leggeva come commento al mio lavoro.

L’ultima data è il 21 luglio 2015. Non lo chiamavo al cellulare da tempo, ma volevo contattarlo per regalargli il volume su “Hegel e la fenomenologia trascendentale”, curato con Elisa Magrì e Alfredo Ferrarin. Lo volevo rendere partecipe del raggiungimento della prima tappa di quel percorso filosofico verso cui mi aveva spronato. Avevo deciso di portare sempre con me una copia del libro sperando di incontrarlo per caso in dipartimento. Quel giorno assistevo agli esami Leonardo Amoroso, avevamo appena finito, andavamo via, vidi la porta socchiusa dello studio di Massimo Barale, bussai ed entrai. Era al telefono. “Vorrei darle questo”. Lesse il titolo, mi fece un occhiolino, sporse le labbra in segno d’approvazione, e mi fece segno che ci saremmo sentiti in futuro, un futuro che non sarebbe mai più arrivato.

RIGOR THEORIAE di Federico Orsini

Caro professor Barale, voglio ricordarti così, per quel tuo stile schietto e spigliato, mirabile sintesi tra la prosa del Carducci che racconta la sua improbabile estate a San Miniato e il Kant più ostico della Ragion Pura, per quel rosso paonazzo che podeva dire tanto del tuo fervore transumano nell’insegnamento quanto della tua dedicazione ai trionfi di Bacco, voglio onorarti come se il tuo epitaffio fosse il miglior ricordo che avresti di te stesso se potessi leggerlo nel giorno del tuo funerale (sempre che le ‘condizioni’, verbigrazia, di un funerale che ‘umano in generale possa dirsi’ lo permettano):

“Se qualcuno dubitasse della capacità della macchina umana di implementare un tale progetto (scil. la ragione) a cui la rimandano e la vincolano tratti distintivi dell’ente ad essa affidato, quali la sua vocazione discorsiva e l’implicita vocazione alla ragionevolezza, che in nessun momento coincidono con la capacità di calcolo che pure promuovono e che sembrano piuttosto solidali con la costituzione intenzionale di enti che si mettono continuamente e interamente in gioco e per i quali nulla può essere, venire alla luce, prendere forma, se non in quelle forme nelle quali diventa qualcosa di percettibile e pensabile da parte loro, ovvero, da parte di soggetti che in quelle stesse forme si percepiscono e si pensano e per ciascuno dei quali, dunque, le forme in cui qualcosa è sono in primo luogo, originariamente e insuperabilmente, le forme in cui egli stesso è, le forme del suo soggettivo esprimersi e costituirsi – se qualcuno, dicevo, dubitasse che l’irriducibile costituzione progettuale e intenzionale che distingue la maniera d’essere di enti sotto questo profilo diversi, ontologicamente diversi da tutti gli altri, trovi spazio nella macchina a cui la natura li ha affidati (in una macchina che proprio in ragione di quella loro costituzione progettuale e intenzionale sembra essersi evoluta e sviluppata) – chi di ciò dubitasse è invitato a leggersi o rileggersi i casi raccolti in un libro fortunato intitolato Descartes Error. Emotion, Reason and the Human Brain.” (Massimo Barale)

Il ricordo di Carla Sala

Frugando nei ricordi che mi legano al professor Barale, al momento della notizia della sua scomparsa, in particolare, un episodio mi ha riportato alla memoria l’ethos prettamente improntato alla dianoia di quest’uomo timido, di questo pensatore solitario.
Durante il primo corso che seguii con lui, ebbi l’esigenza di assentarmi per un paio di lezioni, quelle che dovevano concludere il suo corso sulla funzione legislativa dell’intelletto nella prima Critica kantiana. Gli chiesi allora se poteva darmi in anticipo gli appunti che dovevano condurre a conclusione il suo ragionamento. La sua risposta fu: “Signorina, io non scrivo in anticipo le mie lezioni, la mattina mi alzo alle 05:00, mi raccolgo in pensiero e scrivo ciò che vi proporrò, in lingua tedesca. Quindi è, per me, impossibile accontentarla”.
Questo è ciò che ricordo, la mia personale rielaborazione, ma la sostanza di questa, seppur, personale interpretazione è che, il professor Barale, uomo dall’apperenza schiva, si lasciava trasportare dall’intuizione intellettuale, dedicava le prime ore del mattino al vaglio dei propri ragionamenti che, inesorabilmente, delineavano la statura di un uomo di pensiero che portava alla luce accezioni adombrate dei sistemi dei più importanti filosofi occidentali.

 

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